Riccardo Chieppa, Persecuzioni razziali (1938-1945), episodi di discordanze e casi di speculazione: tra generosi coraggiosi e meschini profittatori

In occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2018 della Corte di Appello di Firenze il Presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Firenze avv. Sergio Paparo 2 ha richiamato alcuni risultati, ampiamente condivisi, di un incontro, svoltisi a Roma alcuni giorni prima, su La vera legalità, ad iniziativa dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, nel senso che non è sufficiente onorare la memoria per pacificare un paese e per garantire ad una comunità una visione condivisa di futuro, occorrendo, anche, scavare e individuare le corresponsabilità legali, morali e storiche, che portarono alla emanazione ed attuazione delle leggi razziali: di chi firmò quegli atti normativi, dei magistrati che perseguirono e condannarono in base a dette norme, degli avvocati componenti dei Consigli degli ordini, che cancellarono dagli albi avvocati ebrei (aggiungo i rappresentanti dei Sindacati Fascisti, che infierirono su alcuni loro colleghi) e di quasi tutti gli appartenenti alla cultura giuridica italiana, che sostennero con il silenzio (o aggiungo taluni, non isolati, assecondando il razzismo, quali veri piaggiatori, per tornaconto o per leggerezza).

Tuttavia, perché sia di esempio e guida per il futuro, soprattutto per le giovani generazioni, occorre anche richiamare e ricordare tutti i generosi (pochi all’inizio e più numerosi in progressione con l’acuirsi del conflitto bellico e dell’occupazione nazifascista), la maggior parte senza ostentazione di protagonismo, ma con grande umiltà e spirito di vero servizio, cercarono di dissociarsi o prendere le distanze nei comportamenti, con una nobile azione di solidarietà e di concreto aiuto, affrontando rischi e pericoli, tutti accomunati da una convinzione profonda di rispetto della pari dignità di ogni persona 3, vera base di ogni ordinamento civile e democratico. Nello stesso tempo devono essere posti in evidenza, per contrasto, gli espedienti e le furbesche appropriazioni utilizzate da autorità fasciste e da miseri sfruttatori di situazioni di disagio e pericolo per esclusivo profitto economico. Su questo ultimo aspetto economico devono essere attentamente raccolti e condivisi in senso affermativo gli interrogativi, che autorevoli esponenti dell’avvocatura posero, in quelle stesse richiamate occasioni, se il tarlo di quella cultura, che generò quella ignominia, si ripresenti nella nostra società attuale attraverso la mancanza di solidarietà, con la priorità accordata al profitto (e agli aspetti economici) sul diritto, con l’insinuazione di un linguaggio dell’odio (e di contrasti […]

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SOMMARIO: 1. Il perché della presente ricerca. – 2. Premessa sul movimento e regime fascista, le comunità di ebrei italiani e l’atteggiamento della collettività. – 3. Il primo periodo (1938 – entrata in guerra – 8 settembre 1943): tra iniziale indifferenza e progressivi episodi di discordanza. – 3.1. Reazioni nella scuola. – 3.2. Periodo bellico fino al settembre 1943. – 4. Il secondo periodo: c.d. R.S.I., il tedesco invasore: resistenza civile e generosità diffusa. – 5. Profili economici delle operazioni antirazziali e meschini profittatori: spoliazioni, una continuità crescente nei due periodi.

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