Marta Picchi, La delegittimazione dell’Unione Europea: ripensare il processo di integrazione attraverso la realizzazione di un modello sociale europeo

La struttura economico-finanziaria dell’Unione europea poggia su basi fragili, dovute ai criteri di ripartizione delle competenze fra Istituzioni europee e Stati membri e all’insufficienza del coordinamento delle politiche economiche. La crisi economica degli ultimi anni ha reso evidenti questi limiti, mentre le conseguenti strategie economico-finanziarie adottate hanno accentuato ulteriormente alcuni aspetti nevralgici del processo di integrazione europea.

Questa riflessione muove dall’analisi dell’accresciuta insufficiente legittimazione democratica dell’entità sovranazionale, dell’indebolimento del Parlamento europeo e di quelli nazionali, dell’acuirsi delle diversità tra gli Stati membri che porta a distinguere all’interno dell’Europa del Mercato Unico un’Europa dell’Unione Economica e Monetaria (UEM) proiettata verso un’unione politica e della necessità di prestare una maggiore attenzione alla garanzia dei diritti fondamentali – in particolare quelli sociali- per individuare le prospettive delle ulteriori fasi di integrazione e valutare l’esigenza di realizzare un modello finalizzato a combattere efficacemente l’esclusione sociale promuovendo la giustizia, la coesione economica e sociale e la solidarietà. […]

Il Trattato di Lisbona ha mantenuto l’impostazione definita con il Trattato di Maastricht in ordine alla disciplina della finanza pubblica degli Stati membri e all’individuazione degli obiettivi per la convergenza europea, prevedendo un assetto caratterizzato da una politica monetaria e del cambio di esclusiva competenza dell’Unione, a fronte di una prevalente competenza degli Stati membri nella definizione e attuazione delle politiche economiche. Infatti, queste ultime costituiscono solamente una questione di interesse comune da coordinare nell’ambito del Consiglio. La coerenza delle politiche economiche e di finanza degli Stati membri rispetto agli indirizzi tracciati a livello di Unione e il rispetto da parte degli Stati dell’obbligo di evitare disavanzi pubblici eccessivi sono salvaguardati dalla previsione di forme di sorveglianza affidate alla Commissione e al Consiglio. […]

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Di seguito si riporta il sommario del saggio: 1. Introduzione 2. Politica monetaria ed economica nell’Unione europea fra accentuate diversità e l’indebolimento del Parlamento europeo e delle Assemblee nazionali 3. La tutela dei diritti fondamentali: l’incidenza delle misure di austerity e la mancata copertura da parte della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea 4. Osservazioni conclusive: tutela dei diritti e realizzazione di un modello sociale europeo

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