Lorenzo Chieffi, La gestazione per altri nella settima arte: spunti di riflessione sul bilanciamento tra aspettative di genitorialità e benessere del nascituro

L’approfondimento delle diverse fasi dell’esistenza umana, dai suoi esordi alla sua definitiva estinzione, rappresenta un campo di riflessione privilegiato della settima arte, come pure testimoniato dalla cospicua letteratura specialistica che ha preso spunto dalla narrazione cinematografica dedicata all’analisi di sofisticate applicazioni della biomedicina. In analogia a quanto consentito da un’opera letteraria, anche la rappresentazione teatrale o filmica potrà fornire suggestioni e utili suggerimenti su fatti appartenenti alla vita reale e ai suoi protagonisti, in modo da consentire una loro maggiore comprensione. Per Italo Calvino, infatti, lo schermo su cui viene proiettata la pellicola rappresenta «una lente d’ingrandimento posato sul fuori quotidiano» che «obbliga a fissare ciò su cui l’occhio nudo tende a scorrere senza fermarsi».

   Nel rispecchiare la realtà, il cinema, per altra autorevole interprete di questa espressione artistica, «suggerisce» chiavi di lettura, produce pensiero, «come è proprio dell’immagine, meno capace della parola di scavare in profondità e inoltrarsi nella astrazione, ma imbattibile sotto il profilo emotivo».  La capacità dei fotogrammi di amplificare la moltitudine di sentimenti e di emozioni che accompagnano lo scorrere delle esperienze di vita quotidiana dell’individuo era già molto chiara, sin dai tempi del cinema muto, a quanti ritenevano che questo strumento potesse agevolare, grazie alla successione di inquadrature, una maggiore comprensione di eventi, utile anche ad alimentare «fantasie più inverosimili». La vocazione del cinema a illustrare fatti del percorso umano, suggerendo «soluzioni» e agendo pure «nell’immaginario, personale e collettivo», può certamente fornire un utile materiale per l’arricchimento del dialogo tra diversi linguaggi (scientifico, etico, giuridico, antropologico), così da contribuire alla riduzione della distanza tra le due culture che continua a persistere per una atavica incomprensione tra i diversi modi di intendere lo stesso problema. Una maggiore comunicazione e scambio di idee tra la pluralità di espressioni del pensiero umano, di cui l’arte cinematografica è parte rilevante, potrà allora consentire a ciascuno di partecipare alla discussione, senza affatto rinunciare alle proprie prassi esegetiche, così da giungere ad una proficua sintesi. […]

 

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Sommario: 1. Le questioni bioetiche nel cinema – 2. Lo sfruttamento del corpo femminile nella rappresentazione filmica – 3. Il ricorso alla GPA per appagare il desiderio di genitorialità – 4. La necessaria tutela del benessere del nato da GPA – 5. La salvaguardia del best interest of the child in presenza di una GPA realizzata all’estero – 6. Considerazioni conclusive.

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