ISRAELE: Enrico Campelli, Alla ricerca della maggioranza perduta: le elezioni per la 22° Knesset e il nuovo fallimento istituzionale israeliano

Non c’è pace per le istituzioni israeliane. Quella che senza incertezze può essere definita come la peggiore crisi istituzionale della storia del paese sembra infatti lontana dal risolversi e non sono da escludere nuovi, imprevedibili sviluppi. È infatti trascorso un intero anno da quando la 20a Knesset ha votato il proprio scioglimento in vista delle elezioni generali del 9 aprile 2019 e ora, analizzando il quadrimestre settembre-dicembre 2019, ci si trova ad analizzare la terza fase pre-elettorale in meno di 12 mesi. Come infatti precedentemente riportato in questa rubrica, le elezioni del 9 aprile 2019 non hanno prodotto una maggioranza parlamentare, con Netanyahu messo alle strette dalle richieste del suo alleato di lungo corso Lieberman, esponente di spicco della destra laica russofona, sul tema della coscrizione degli haredim, gli ultraortodossi, tema carissimo agli altri alleati del Premier uscente, Shas e UTJ. L’impossibilità di conciliare le due istanze ha quindi portato Netanyahu, con una buona dose di sorpresa, a rimettere il mandato della formazione di un Governo nelle mani del Presidente Rivlin (evitando di fatto che, rimettendolo alla Knesset, il mandato venisse affidato a Gantz, leader di Blue and White). Le successive elezioni per la 21 Knesset, fissate per il 17 settembre, hanno tuttavia testimoniato e aggravato la fase di incertezza e stallo delle istituzioni politiche e rappresentative del paese. Nonostante infatti le elezioni siano state interpretate come un vero referendum sulla figura di Netanyahu, è stato il partito centrista guidato da Gantz ad avere un risultato più positivo, mantenendo tuttavia le difficoltà a raggiungere la soglia minima di 61 MK necessari alla formazione di un Esecutivo.

Nonostante in un primo momento infatti gli MK del partito arabo-israeliano Joint List avessero espresso sostegno (seppure esterno) a Gantz, (fattispecie avvenuta nel solo 1992 con Rabin), le defezioni sul tema dei membri di Balad, segmento della Joint List, hanno decretato che fosse Netanyahu, in ragione del numero maggiore di MK che lo hanno raccomandato al Presidente Rivlin, a ricevere il primo mandato per la formazione di un Governo. […]

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