Giulia Caravale, Il rafforzamento della cooperazione interparlamentare nelle proposte di alcuni parlamenti nazionali

Nella teoria dei giochi il gioco a somma zero è quella situazione in cui la perdita o il guadagno di un partecipante vengono perfettamente bilanciati dal guadagno o dalla perdita dell’altro. A lungo il rapporto tra i parlamenti nazionali e l’Europa è stato paragonato ad un gioco a somma zero, nel quale l’aumento del potere dell’uno comportava un danno per l’altro. Questo perché la limitazione della sovranità derivata dalla partecipazione alla Comunità aveva determinato la contrazione del potere legislativo dei parlamenti nazionali: questi ultimi, peraltro, non riuscivano a tenere il passo con i governi ai quali, invece, era riconosciuto un importante ruolo nel decision making europeo. Inoltre, il controllo tradizionalmente esercitato dai singoli parlamenti nazionali sulle attività dei rispettivi governi è stato spesso considerato, per quanto riguardava la materia europea, come un eccessivo freno alla politica comunitaria dell’esecutivo.

Si ritiene comunemente che questa situazione abbia cominciato a modificarsi, con un graduale aumento del peso dei Parlamenti nazionali, a partire dal Trattato di Maastricht e soprattutto a seguito del Trattato di Lisbona, che ha esplicitamente previsto il ruolo delle assemblee nazionali e ne ha definito le competenze specifiche nel processo legislativo europeo, in particolare in relazione al principio di sussidiarietà.

Le riforme introdotte dal Trattato di Lisbona per coinvolgere maggiormente i parlamenti nazionali nel processo decisionale europeo sono state oggetto di studio e di approfondimento da parte della dottrina, la quale non ha mancato di evidenziarne i limiti ed ha sottolineato la persistente marginalità in cui si trovano i parlamenti nazionali di fronte a situazioni difficili, come, ad esempio, quella della crisi dell’eurozona. La stessa dottrina ha anche avanzato diverse proposte dirette a rendere più incisivo il ruolo dei parlamenti nazionali nell’Unione europea sia attraverso un miglioramento dei meccanismi esistenti, sia aggiungendo nuovi strumenti. In particolare, è stato suggerito in primo luogo un rafforzamento della  Conferenza degli organi parlamentari specializzati negli affari dell’Unione dei parlamenti dell’Unione Europea (Conference of Parliamentary Committees for Union Affairs – COSAC) al fine di rendere più incisiva l’azione di tale organismo sul funzionamento delle istituzioni europee; in secondo luogo l’introduzione di una Assemblea composta dai deputati nazionali della area euro e da quelli del parlamento europeo; e infine, l’avvio a Bruxelles di un forum permanente per i parlamenti nazionali dell’Eurozona. […]

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Di seguito si riporta il sommario del saggio: 1. Introduzione 2. Ruolo dei parlamenti e proposte di riforma 3. Il rapporto del Folketing danese 4. Il rapporto dell’House of Lords European Union Committee 5. Il rapporto della Tweede Kamer dei Paesi Bassi 6. Red e Green cards. – 7. Conclusioni.

Questa voce è stata pubblicata in: Nomos, Saggi e contrassegnata con Conference of Parliamentary Committees for Union Affairs - COSAC, Convegno Parlamenti nazionali e Unione europea nella governance multilivello. In memoria di Antonio Zorzi Giustiniani (1949-2015), Danimarca, Folketing, Giulia Caravale, Green card, House of Lords European Union Committee, Nomos 1/2016, Olanda, Red card, Regno Unito, Saggi, Tweede Kamer. Contrassegna il Permalink.