Diego Serra, La parlamentarizzazione del sistema presidenziale in Perù. Uno strumento di riequilibrio tra poteri

La storia costituzionale del Perù si presenta assai complessa e variegata agli occhi del comparatista, e pertanto ricca di interessanti spunti di riflessione. Successivamente agli importanti antecedenti della Costituzione di Cadice del 1812 e della Costituzione di San Martin del 1823, si sono succedute ben dodici Costituzioni. Nelle parole di un illustre giurista peruviano del XX secolo, Manuel Vicente Villarán, tutte le prime tre Costituzioni emanate nel periodo compreso tra il 1828 ed il 1860 costituiscono «transcripción o variante del modelo de gobierno de los Estados Unidos».

Infatti, la Costituzione del 1828, optò per un presidenzialismo in certa misura rafforzato, poiché prevedeva la possibilità per il Presidente della Repubblica in carica di poter essere rieletto immediatamente per una sola volta, e successivamente soltanto se trascorso almeno un periodo di quattro anni. Il Presidente, eletto direttamente dal corpo elettorale, risultava responsabile degli atti della propria administración, in quanto capo dell’amministrazione generale della Repubblica. Esso nominava e rimuoveva liberamente i Ministros de Estados, così come i Vocales della Corte Suprema e le altre magistrature dello Stato.

Tuttavia, con un primo “innesto” proveniente dalla tradizione parlamentare, veniva previsto l’istituto della controfirma ministeriale (refrendación): i Ministros de Estados firmavano i decreti e gli ordini del Presidente, ciascuno nell’ambito del proprio dicastero, quale requisito di validità degli stessi; corrispondentemente, i Ministros de Estados erano quindi responsabili degli atti del Presidente compiuti in violazione della Costituzione e delle leggi che autorizzavano con la propria firma. Il Congresso bicamerale, composto da una Camera dei deputati ed un Senato, entrambe elettive, esercitava la funzione legislativa in via esclusiva, sebbene potesse superare le observaciones dell’Esecutivo, in sede di iter legis, soltanto con l’approvazione del progetto di legge observado a maggioranza dei due terzi dei membri della Camera in cui il progetto aveva avuto origine. Al contempo, spettava al Senato, in funzione di Camera alta, la competenza ad autorizzare i procedimenti di accusa promossi dalla Camera dei Deputati, potendo emanare una sentenza con la quale sospendeva l’accusato dall’esercizio della carica ricoperta, mentre la competenza a conoscere dei reati commessi dal Presidente, dal Vicepresidente, dai membri delle Camere e dai Ministri spettava ad una Corte Suprema de Justicia.

Dopo un periodo caratterizzato da continui colpi di stato militari, si avviò un tentativo di parlamentarizzazione della forma di governo presidenziale peruviana con la Costituzione del 1856. Una scelta indotta anche dalle coeve esperienze di diversi ordinamenti dell’America Latina: infatti si può ricordare come quattordici Stati abbiano adottato l’istituto della controfirma ministeriale; ben undici prevedano la possibilità per il Congresso di sfiduciare l’Esecutivo; otto, tra i quali il Perù e l’Uruguay, abbiano istituito un Consiglio dei Ministri; mentre soltanto l’Argentina ed il Perù abbiano previsto espressamente la figura del Presidente del Consiglio dei Ministri. In questo contesto, il Perù si distingue fra tutti gli Stati dell’America Latina per aver adottato il maggior numero di istituti tipici del parlamentarismo.

La Costituzione del 1856, pur mantenendo istituti mutuati dal presidenzialismo statunitense, introdusse alcuni contemperamenti al potere presidenziale, come ad esempio l’eliminazione della possibilità di rielezione immediata; l’istituzione di un organo collegiale denominato Consejo de Ministros la cui disciplina sarebbe stata demandata alla legge; per la prima volta, la partecipazione dei Ministri alle attività del Congresso, ma senza diritto di voto e, quale corollario dell’istituzione del Consejo, la responsabilità solidale dei Ministri per le risoluzioni da questi adottate nel Consiglio, nonché una responsabilità individuale per gli atti specifici del proprio dicastero; infine, con la Ley de Ministros del 1856 l’attribuzione al Congresso del potere di votare una mozione di sfiducia nei confronti dei Ministri. […]

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Di seguito si riporta il sommario del saggio: 1. L’origine della tradizione presidenziale e l’influenza dei prototipi europei in America Latina: dalla Costituzione del 1828 alla Costituzione del 1933 2. La prima transizione democratica e la scelta costituzionale del 1979: il rafforzamento dell’Esecutivo e l’ispirazione alla Costituzione francese del 1958 3. La Costituzione del 1993 e la seconda transizione democratica 4. Le caratteristiche della forma di governo: i rapporti tra il Presidente della Repubblica ed il Consiglio dei Ministri nell’istituto della refrendación 5. I rapporti tra il Presidente della Repubblica e il Congresso: l’istituto della observación 6. (segue): gli strumenti di soluzione delle crisi 7. (segue): lo scioglimento anticipato del Congresso 8. La responsabilità del Presidente della Repubblica: fattispecie ed effettività 9. Congresso come organo di controllo: acusación constitucional e antejuicio politico 10. Conclusioni. l’inquadramento dell’ibrido peruviano

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