RUSSIA, Ilmira Galimova, La Russia e l’imminente ciclo elettorale

Non sono molti gli eventi rilevanti dal punto di vista politico costituzionale di questi ultimi mesi in Russia. Potrebbe trattarsi della “quiete prima della tempesta”, vale a dire la futura campagna presidenziale del dicembre 2017 – marzo 2018, quiete che si interromperà probabilmente solo a settembre, quando in diverse regioni si svolgeranno le elezioni per i governatori ed i deputati dei parlamenti regionali. Questa indolenza politica è dovuta in parte alle peculiarità della stagione estiva, e, quindi, alla chiusura per ferie del Parlamento, le cui ultimi riunioni si sono svolte il 21 luglio per la Duma e il 25 luglio per il Consiglio di Federazione. Tuttavia il quadrimestre in esame è stato caratterizzato non solo da celebrazioni patriottiche, come la Giornata della vittoria del 9 maggio, o la Giornata della Russia del 12 giugno, ma anche da una intensa attività legislativa svolta dalla Duma (di cui si darà conto nelle pagine seguenti). Inoltre si sono svolte alcune manifestazioni che non hanno però avuto particolari conseguenze1.

La turbolenza politica di cui si è parlato nel numero precedente della rivista Nomos2 è associata principalmente al malcontento dei cittadini per la diffusione della corruzione nel Paese. Tale agitazione ha portato, infatti, ad una campagna su larga scala contro la corruzione, organizzata in coincidenza con la Giornata della Russia in centinaia di città, che alla fine è stata ridimensionata sia per la dura reazione da parte delle autorità, sia una completa disattenzione dai grandi media. Come di consueto il dibattito politico in Russia è stato dominato dal Presidente della Federazione. Il Presidente Putin è apparso in diversi eventi dove ha tenuto i suoi discorsi. Così, il 9 maggio, in occasione del Giorno della Vittoria (Den’ Pobegy), nel suo discorso per il 72° anniversario della vittoria nella Grande Guerra patriottica del 1941-45 Putin ha sottolineato, ancora una volta, lo spirito patriottico dei russi: “Sentiamo un rapporto di sangue e una vicinanza penetrante con la generazione degli eroi e dei vincitori. E rivolgendomi a loro, dirò: non vi vergognerete mai di noi. […]

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