Ciro Palumbo, Persona, libertà e giustizia in Giorgio La Pira

È dalla profonda vocazione romanistica di La Pira che bisogna attingere per comprendere la riflessione sul diritto e sulla giustizia. La formazione di La Pira si fortifica con gli insegnamenti di Pugliatti e Betti, il primo, quasi esattamente coevo, un compagno e amico ‘ideale’ di studi e confronti; il secondo, una vera guida scientifica, col quale strinse l’unione allievo-maestro. A questi indirizza una lettera, datata 21 febbraio 1927, nella quale esprime la sua chiara vocazione: «Io ho ben netta dinanzi a me la meta che debbo prefiggermi (e che mi sono prefissa): lo studio del diritto romano …: esso trascende il senso comune di studio, per assumere … valore di strumento della mia medesima formazione interiore. Ha un valore ideale grandissimo e costituisce il tratto caratteristico della mia ‘persona’».

La Pira era evidentemente attratto dalla presentazione di un corpo normativo dalle tematiche complete e diffuse. Si vedrà più avanti come lo stesso sia attratto anche da quella forma estetica del ‘geometricamente preciso’, dimensioni che attraggono il senso estetico universale. La sua espressione, poi, il ‘tratto caratteristico’ della persona, sollecita riflessioni salienti ed attuali: è questa – ancora oggi – un’espressione degna di significato? Che cos’è diventato il ‘tratto caratteristico’, ovvero la peculiare originalità di una persona, davanti alla questione del giusto? Davanti all’esecuzione dei modelli legali, può ancora dirsi che la ‘persona’ è riconosciuta nella sua peculiarità? Nel suo essere differente dalle altre persone? E, sotto il profilo giuridico, che non è quello ne’ dei social ne’ del marketing, la persona è ancora tale ed è ancora portatrice di una particolarità del caso giuridico? O, invece, tutte le persone sono uguali secondo identità numerica e non uguaglianza sostanziale, e quindi tutti i casi sono parimenti uguali in quanto identici o simili? Insomma, la ‘casistica’, termine che ormai ricorre da troppo tempo, tradendo anche quel ‘senso comune’ delle istituzioni giuridiche romaniste, riguarda anche le persone ed ha sconvolto il mondo delle ‘istituzioni’ giuridiche […]

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