CANADA: Mario Altomare, L’epilogo della vicenda SNC-Lavalin sullo sfondo dei possibili scenari del voto di ottobre

“Canadians will have a clear choice to make: cuts and austerity or investing in Canadians. The middle class can’t afford another Doug Ford […]. Personal attack ads, the politics of fear and division, smear campaigns: it’s exactly the Harper playbook”. Con queste parole il Primo Ministro Trudeau si è rivolto all’assemblea dei candidati del Partito Liberale che si è tenuta ad Ottawa il 31 luglio, mettendo in evidenza la distanza dalle politiche del Partito Conservatore e attaccando il suo principale oppositore, Doug Ford, Premier dell’Ontario, il quale si è posto alla guida di una dura battaglia, con il sostegno di altri Governi provinciali, contro l’introduzione della carbon tax imposta a livello federale per affrontare i problemi del cambiamento climatico. Oltre a ciò, è significativo il fatto che, secondo Trudeau, esista una netta coincidenza tra l’attuale piattaforma dei Conservatori e quella adottata sotto la leadership di Stephen Harper. Sul punto è intervenuta anche la Presidente del Partito Liberale, Suzanne Cowan, secondo la quale il giovane leader del Conservative Party, Andrew Scheer, starebbe alimentando la stessa “divisive and negative politics” sulla falsariga del suo predecessore, che è stata ampiamente rigettata dagli elettori nelle elezioni federali del 2015.

  Alle parole di Trudeau e di Cowan lo stesso Scheer ha replicato sostenendo che la forza politica di cui è leader dal 2017 costituisce un pragmatico partito di centro, capace di dar voce alle diverse istanze provenienti dal territorio e da tutti i settori della società civile e considera prioritario adottare una serie di misure concrete in tema di contrasto alla povertà e creazione di valore e ricchezza economica.  In realtà, nonostante la dialettica che si è sviluppata in questi ultimi quattro mesi tra i leader dei due principali partiti, i quali sono adesso all’opera per definire […]

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